Il tema è trito, per carità, quasi consunto. Eppure ieri, quando su YouTube è partita la pubblicità del mirto Zedda Piras, sono stato comunque colpito a tradimento dall’inaspettato suono della zeta dolce, all’italiana, appunto.
Che senso ha, mi chiedo, pronunciare in maniera scorretta il proprio marchio? Le cose sono due: o lo scopo è quello di soddisfare anche gli uditi italiani, oltre che i palati, oppure chi ha seguito la campagna pubblicitaria dall’interno dell’azienda non ha la più pallida idea di come si pronunci quella zeta.
In ogni caso, fastidioso e umiliante.